ROAD TO HELSINKI : PART 2

20 ore in Inghilterra

28.07.2019-29.07.2019

Mi sveglio alle tre dopo aver dormito 4 ore. Mi rigiro nel letto per un paio d’ore , dannata insonnia. Verso le 8 circa partiamo direzione aeroporto . Arriviamo all’ aeroporto e dopo i vari saluti, entro nell’aeroporto. Dopo i vari controlli , mi siedo su una panchina e guardo le persone scorrere di fronte a me , osservo il loro eccitamento sulle loro facce o la frustrazione sui loro volti , chissà per quale motivo viaggiano o per quale motivo sono frustrati , felici o tristi, da dove arrivano.. Penso ai due esami di sociologia sostenuti lo scorso semestre e al concetto dei non-luoghi di Augé e Bauman. Nella contemporaneità proliferano questi spazi che sono pensati attorno a dei fini, essi sono come degli incroci di mobilità, dove il rapporto principale si svolge tra il luogo e l’individuo, non tra gli individui all’interno di questo luogo. Naturalmente poi ogni non luogo può diventare un luogo per qualcuno: si tratta quindi, di una distinzione di atteggiamento e non di sostanza.  Il non – luogo: è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia: esempi tali di ‘non luoghi’ sono gli aeroporti, le autostrade, le anonime stanze d’albergo, i mezzi pubblici di trasporto. Mai prima d’oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanto spazio. (Z. Bauman, Modernità liquida).

Mi perdo nel flusso dei miei pensieri. Esce il gate , mi carico lo zaino sulle spalle e mi dirigo verso di esso. L’aereo è in ritardo . Arrivo in Inghilterra all’13 circa , saltano i miei piani di arrivare nel primo pomeriggio a Brighton  dato che non trovo i biglietti per il pullman delle 14 , sono frustrata e triste . Devo imparare che nella vita non tutto va secondo i piani , devo imparare ad essere flessibile.

Il bus delle 16.05 è in ritardo di 30 minuti , il bus è sporco , io sono distrutta. Alle 17.45 arriviamo a Brighton, appena scendo del vento freddo mi colpisce in faccia. Faccio due passi è posso dire che mi sono già innamorata di questo gioiellino sul mare . Musica da tutte le parti , bandiere LGBT o della pace dappertutto , personaggi strani , murales . Mi innamoro di questa città nonostante il vento forte e i gabbiani giganti che rincorrono le persone . Noto molte anime salve a giro per la città ,barboni , tossici e disperati, vedo pure l’arresto di una donna sanguinante fuori da un locale.

Verso le 8 compro del fish and chips e della birra che mangio in spiaggia col tramonto . E’ tutto cosi magico , mi sento in una favola. Il bus è alle 23.45 quindi mi fermo a prendere un caffè e carico il mio telefono. Verso le 22 vado verso la fermata dei pullman  dove incontro una ragazza austriaca di origine indiana . I senzatetto dormono li vicino su una panchina , mentre dei ragazzi inglesi ubriachi fanno rumore , assalendosi l’uno con l’altro.

Arriva il pullman , salgo e mi addormento subito. Mi sveglio poco prima della mia fermata , Gatwick South. Scendo , non ho le forze di camminare ,inizio a sentire tutta la stanchezza di tutta la scorsa settimana , i piedi non vogliono più rimanere nelle scarpe , mi fanno male. Mi muovo per il terminal come uno zombie alla ricerca di un posto dove dormire. In questo viaggio il terminal sarà una zona da vivere. Trovo un divanetto perfetto per sdraiarmi , dormo forse per 2 ore , ma sembrano 24 ore . Vado al bagno e mi lavo i denti . Verso le  3 passo i controlli , non c’è nessuno . Mi sento come Tom Hanks in ‘’The Terminal’’ . Mentre ricarico il telefono la sento ‘’ Don’t stop believing ‘’ dei The Journey , sento una strana euforia. Alle 4 faccio colazione mentre ‘’ pranzo ‘’ alle 8.40.

 Il mio volo per Riga è in ritardo , fantastico. Sul volo svengo dalla stanchezza , mi risveglio con la faccia piallata dal tavolino  ci metto 5 minuti per riprendermi , scopro che il ritardo è di un’ora . Arriviamo a Riga alle 15 , e la coincidenza per Vilnius parte alle 15,30 , per l’aeroporto corro come mai fatto prima .Per un pelo non perdevo l’aero, salgo su un aereo piccolissimo , una scatolina di tonno. Il volo lo passo guardando Friends . Arrivata a Vilnius alle 16.20 completamente distrutta, non so più che giorno sia . Arrivo all’ostello che fa abbastanza schifo nelle camere c’è l’erba finta sul pavimento mentre le pareti sono nere con scritte in gesso sbiadite , la pulizia lascia a desiderare , la maniglia della porta si stacca , i bagni sono minuscoli e le docce fanno pena , ma non sarebbe un’avventura sennò.  Mi faccio una doccia finalmente . La sera mi ‘’cucino’’ dei pomodori e delle gallette , dato che non sono riuscita a trovare il negozio che quello della reception mi ha indicato.

Vado a letto alle 9.30 distrutta , alle 4 del mattino l’inglese che dorme nel letto sopra il mio rientra ubriaco. Puzza di sigaretta e vomito , russa come un trattore.

TO BE CONTINUED

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