ROAD TO HELSINKI : PARTE 3

Vilnius , il punto G d’Europa

30.07.2019-31.07.2019

Mi sveglio alle 8 con dei canti di chiesa provenienti da fuori. Esco fuori ed il tempo non è dei migliori .Alle 10  inizia il Yellow Free tour davanti al municipio della città; la guida , una ragazza bionda e giovane ci racconta in modo dettagliato la storia della città , e del Paese.

La città fu menzionata per la prima volta in fonti scritte nel 1323. L’allora centro cittadino era un forte di legno, costruito sulla sommità di una collina dal duca di Lituania Gediminas, personaggio ricordato molto dalla città. La popolazione cittadina era inizialmente composta da lituani, ma presto crebbe, includendo mercanti ed artigiani di diverse nazionalità. A partire dalla conversione della Lituania al cattolicesimo nel 1387 vennero  edificate a Vilnius molte splendide chiese che ancora caratterizzano il centro storico.  In città si stabilirono, tra le altre, comunità di polacchi, lituani, bielorussi, ebrei, russi, tedeschi, ruteni. Ogni etnia diede il suo contributo alla vita cittadina: a quel tempo prosperavano l’artigianato, il commercio e la scienza.  

Durante la Prima guerra mondiale Vilnius fu occupata dai tedeschi dal 1915 al 1918. Il 16 febbraio 1918 venne proclamata l’Indipendenza Lituana. Dopo il ritiro delle truppe tedesche, per un breve periodo la città fu controllata dalla popolazione locale. Presto, però, i Bolscevichi la occuparono, eleggendola capitale della Repubblica Socialista Sovietica Lituano Bielorussa. Il 19 aprile 1919 la città fu conquistata dall’Esercito polacco, ma nel luglio successivo venne ripresa dai sovietici. A seguito del protocollo segreto allegato al Patto Molotov-Ribbentrop, che divideva l’Europa Orientale tra una sfera d’influenza sovietica ed una tedesca, l’Armata Rossa invase la Polonia Orientale. Vilnius fu conquistata il 19 settembre 1939. Inizialmente i sovietici intendevano farne la capitale della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa, ma in seguito, poiché la Lituania continuava a reclamare la città, trovarono più opportuno offrirla al governo lituano, in cambio del permesso di stanziare truppe sovietiche all’interno del paese baltico. Nel giugno 1941, la città fu conquistata dai tedeschi. Nella città vecchia, vennero creati due ghetti per la numerosa popolazione ebraica, che prima della guerra contava oltre 60.000 persone. Nel complesso, circa il 95% della locale popolazione ebraica fu assassinata. Nel luglio 1944, l’Armia Kraiowa polacca ed in seguito l’Armata Rossa conquistarono Vilnius, che fu subito annessa all’Unione Sovietica come capitale della restaurata Repubblica Socialista Sovietica Lituana.

Dopo circa 70 anni di dominio sovietico e varie dimostrazioni iniziate nel ’87 , l’11 marzo 1990, il Soviet supremo della RSS Lituana proclamò l’indipendenza dall’URSS, restaurando la Repubblica di Lituania. Il governo sovietico, il 9 gennaio 1991, inviò truppe . Solo nell’agosto del 1991 l’Unione Sovietica riconobbe l’indipendenza della Lituania. Nel 2004 entra a far parte della NATO e dell’UE, interpretazione personale, per proteggersi da Mosca. Nel 2009, Vilnius, è stata nominata “Capitale europea della cultura”, questo fatto ha indirizzato l’UE a investire molti fondi in questa bellissima città che ora mette al centro la rivalutazione della sua immagine . 

Chiedo quale sia il rapporto con gli altri due paesi baltici, mi da una risposta particolare : il rapporto è di competizione ma comunque una competizione tra sorelle , storia e culltura in comune ma nel resto del viaggio troverò delle  differenze tra Lituania e Lettonia-Estonia.

Ci porta nei luoghi principali della città . Ci racconta come per la società lituana le due grandi ‘’religioni’’ sono la birra e il basket. Ci spiega il significato della bandiera lituana : il giallo rappresenta la luce e il sole ,il verde rappresenta l’erba ed il rosso rappresenta il sangue versato per la patria.

Noto questa coppia di giovani australiani , lei bionda , lui ginger con una lunga buffa barba ; coppia particolare che scoprirò la sera stessa che stanno nel ostello in cui sto io.

Arriviamo nella Repubblica di Uzupis pittoresco quartiere fuori la città vecchia sulla sponda destra del fiume Vilnia. Uzupis infatti significa  in lingua lituana “l’altro lato del fiume”. Separato da 7 ponti dalla città vecchia, il quartiere è stato storicamente abitato da ebrei, la maggior parte dei quali furono sterminati durante l’Olocausto. Nelle case abbandonate dalla comunità ebraica si stanziarono, nel corso della seconda metà del novecento che vide la Lituania sotto la dominazione sovietica, elementi marginali della società quali senzatetto, vagabondi e prostitute.

Nel 1990, anno della dichiarazione di indipendenza della Lituania dall’Unione Sovietica, Uzupis era una delle aree più degradate e problematiche di Vilnius, con edifici fatiscenti, problemi di povertà, criminalità e scarsi servizi pubblici. A partire dagli anni 90 artisti e intellettuali, attirati dai prezzi bassi delle case e dalle atmosfere bohémienne del sobborgo, iniziarono a trasferirsi al di là del fiume Vilnia. Per le sue gallerie d’arte, i laboratori artistici, i caffè, il clima rilassato e anticonformista che vi si respira questa zona di Vilnius può oggi essere considerata una piccola Montmartre lituana. Il merito di questa radicale trasformazione si deve in gran parte alla bizzarra e goliardica idea del poeta, musicista e regista di cinema Romas Lileikis che il 1° aprile del 1997, insieme ai residenti della zona, dichiarò la fondazione della Repubblica indipendente di Uzupis, dotata di una costituzione propria, un presidente, un piccolo esercito e una bandiera in quattro diversi colori, uno per ciascuna stagione. Una idea nata per gioco e per provocazione, per riconquistare l’anima del rione, all’epoca ancora degradato e pericoloso, e trasformarlo in un luogo creativo e propositivo dove far crescere i bambini in tranquillità e liberare i sogni degli adulti sviluppando idee, ideali di tolleranza e progetti artistici.  

Il successo del piccolo stato fondato sull’arte e la fantasia è stato immediato, numerose delegazioni sono arrivate dal resto d’Europa e persino il Dalai Lama ne è divenuto cittadino onorario dopo avervi fatto visita nel 2001. Romas Lileikis è ancora oggi il Presidente della Repubblica e la promozione di idee, di sogni, di attività sociali e artistiche e di una pacifica convivenza tra le persone sono tuttora gli obbiettivi della singolare repubblica lituana. Benché sia diventata nel corso degli anni una attrazione turistica, lo spirito originario dei fondatori è ancora vivo e palpabile e nelle strade del sobborgo si respira un’ aria di libertà, creatività e tolleranza.I 41 articoli della costituzione di Uzupis, un inno all’anticonformismo, alla libertà, alla pace e all’amore, sono incisi su pannelli esposti su un muro di strada Paupio, una delle vie principali del quartiere e costituiscono i cardini dell’anima e della filosofia della giovane repubblica.

Ecco alcuni degli articoli che mi hanno fatto più ridere , ma se volete andare a leggerli non ve ne pentirete.

1. Tutti hanno diritto di vivere vicino al fiume Vilnia e il fiume ha diritto di scorrere

3. Tutti hanno il diritto di morire ma non e’ un obbligo

5. Tutti hanno il diritto di essere unici

8. Tutti hanno il diritto di essere mediocri e sconosciuti

9. Tutti hanno il diritto di oziare

10. Tutti hanno diritto di amare un gatto e prendersi cura di lui

11. Tutti hanno il diritto di badare al cane fino a quando uno dei due muore

12. Il cane ha diritto di essere un cane

13. Il gatto non e’ obbligato ad amare il suo padrone, ma deve essere di aiuto nei momenti di necessita’

14. A volte si ha il diritto di essere inconsapevoli dei propri doveri

21. Tutti hanno il diritto di apprezzare la propria scarsa importanza

24. Tutti hanno il diritto di non capire

25. Tutti hanno il diritto di appartenere a qualunque nazionalità

34. Tutti hanno il diritto di essere fraintesi

37. Tutti hanno il diritto di non avere diritti

39. Non deludere

40. Non combattere

41. Non cedere

Alla fine del tour vado al l’università di Vilnius dove salgo sul campanile della chiesa di St.Joseph, che non suggerisco a claustrofobici e chi soffre di vertigini. Cammino dopo pranzo per Vilnius , fuori dalla città vecchia vicino alla stazione , e vedo parti della città che un turista non vede . Balconi precari con piante che sporgono fuori , strisce pedonali arcobaleno , striscioni e murales , palazzi fatiscenti che nascondono dei giardini in stato di abbandono .Passo di nuovo per Uzupis , scendo sul fiume e un cane mi morde il piede , giorno perfetto per mettermi i sandali . Osservo Gesù Backpacker , adoro questa scultura , l’artista deve essere un genio o un allucinato. Camminando sul fiume noto una sirena , la leggenda dice che: coloro che cadono preda di essa o la scorgono rimangono in Uzupis per sempre, forse è il mio caso.

La sera torno in ostello molto stanca .

IL GIORNO SEGUENTE

La mattina vado verso il castello Gediminas , fa fresco , decido di vedere la città dall’alto non dal castello ma dalla Three Crosses Hill . E’ una bellissima mattinata, il cielo è limpidissimo , cammino nel verde per arrivare alla cima della collina. Dall’alto la vista è  mozzafiato , osservo le case e i vari monumenti stupefatta ,quassù sono da sola perché è molto presto .Appena iniziano ad arrivare persone me ne vado. Cammino sul fiume persa nei miei pensieri , osservo tutto ciò che mi sta intorno , è sempre stata una mia caratteristica.

Gli alberi verdi fanno da cornice a una città dinamica , il lungo fiume è pieno di skaters e piccioni. Cammino senza meta, osservo van di viaggiatori , macchine degli anni 80 , case che sembrano castelli . Tira vento e fa freddo, il cielo azzurro di questa mattina è stato sostituito da un cielo grigio che fa pensare alla pioggia.

Alle tre inizia l’Alternative free tour . La guida dopo le varie informazioni del caso ci parla di come i giovani hanno riqualificato parti della città con l’arte. Dopo il 2004 molti fondi europei sono arrivati alla città che li ha spesi in street art , la città è coperta di street art soprattutto nella periferia . L’arte è il mezzo con cui la Lituania vuole farsi riconoscere dalla comunità internazionale per le sue bellezze per spostare l’attenzione dalle capitali europee più famose alla capitale di un piccolo paese sul baltico , infatti ci cita una pubblicità concepita da uno studente di una scuola di comunicazione il quale ha usato un intelligente gioco di parole e una suggestiva immagine di una ragazza. «Nessuno sa dov’è, ma quando lo scopri è straordinario»  recita la campagna provocatoria per alcuni , bizzarra per altri , ma l’intento è stato raggiunto far parlare della città di Vilnius .

Camminiamo per 2 ore tra la stazione e la zona industriale di Vilnius che negli ultimi anni ha acquisito una certa fama tra i giovani per a quantità di locali nella zona. Mentre torniamo al municipio vedo numerosi negozi di giradischi e 33 giri , chissà perché.

In ostello parlo con una coppia di inglesi che mi fanno sbellicare dalle risate . La sera vado in un pub famoso alla stazione  con una tizia di Taiwan . Serata abbastanza bizzarra .

ROAD TO HELSINKI : PART 2

20 ore in Inghilterra

28.07.2019-29.07.2019

Mi sveglio alle tre dopo aver dormito 4 ore. Mi rigiro nel letto per un paio d’ore , dannata insonnia. Verso le 8 circa partiamo direzione aeroporto . Arriviamo all’ aeroporto e dopo i vari saluti, entro nell’aeroporto. Dopo i vari controlli , mi siedo su una panchina e guardo le persone scorrere di fronte a me , osservo il loro eccitamento sulle loro facce o la frustrazione sui loro volti , chissà per quale motivo viaggiano o per quale motivo sono frustrati , felici o tristi, da dove arrivano.. Penso ai due esami di sociologia sostenuti lo scorso semestre e al concetto dei non-luoghi di Augé e Bauman. Nella contemporaneità proliferano questi spazi che sono pensati attorno a dei fini, essi sono come degli incroci di mobilità, dove il rapporto principale si svolge tra il luogo e l’individuo, non tra gli individui all’interno di questo luogo. Naturalmente poi ogni non luogo può diventare un luogo per qualcuno: si tratta quindi, di una distinzione di atteggiamento e non di sostanza.  Il non – luogo: è uno spazio privo delle espressioni simboliche di identità, relazioni e storia: esempi tali di ‘non luoghi’ sono gli aeroporti, le autostrade, le anonime stanze d’albergo, i mezzi pubblici di trasporto. Mai prima d’oggi nella storia del mondo i non luoghi hanno occupato tanto spazio. (Z. Bauman, Modernità liquida).

Mi perdo nel flusso dei miei pensieri. Esce il gate , mi carico lo zaino sulle spalle e mi dirigo verso di esso. L’aereo è in ritardo . Arrivo in Inghilterra all’13 circa , saltano i miei piani di arrivare nel primo pomeriggio a Brighton  dato che non trovo i biglietti per il pullman delle 14 , sono frustrata e triste . Devo imparare che nella vita non tutto va secondo i piani , devo imparare ad essere flessibile.

Il bus delle 16.05 è in ritardo di 30 minuti , il bus è sporco , io sono distrutta. Alle 17.45 arriviamo a Brighton, appena scendo del vento freddo mi colpisce in faccia. Faccio due passi è posso dire che mi sono già innamorata di questo gioiellino sul mare . Musica da tutte le parti , bandiere LGBT o della pace dappertutto , personaggi strani , murales . Mi innamoro di questa città nonostante il vento forte e i gabbiani giganti che rincorrono le persone . Noto molte anime salve a giro per la città ,barboni , tossici e disperati, vedo pure l’arresto di una donna sanguinante fuori da un locale.

Verso le 8 compro del fish and chips e della birra che mangio in spiaggia col tramonto . E’ tutto cosi magico , mi sento in una favola. Il bus è alle 23.45 quindi mi fermo a prendere un caffè e carico il mio telefono. Verso le 22 vado verso la fermata dei pullman  dove incontro una ragazza austriaca di origine indiana . I senzatetto dormono li vicino su una panchina , mentre dei ragazzi inglesi ubriachi fanno rumore , assalendosi l’uno con l’altro.

Arriva il pullman , salgo e mi addormento subito. Mi sveglio poco prima della mia fermata , Gatwick South. Scendo , non ho le forze di camminare ,inizio a sentire tutta la stanchezza di tutta la scorsa settimana , i piedi non vogliono più rimanere nelle scarpe , mi fanno male. Mi muovo per il terminal come uno zombie alla ricerca di un posto dove dormire. In questo viaggio il terminal sarà una zona da vivere. Trovo un divanetto perfetto per sdraiarmi , dormo forse per 2 ore , ma sembrano 24 ore . Vado al bagno e mi lavo i denti . Verso le  3 passo i controlli , non c’è nessuno . Mi sento come Tom Hanks in ‘’The Terminal’’ . Mentre ricarico il telefono la sento ‘’ Don’t stop believing ‘’ dei The Journey , sento una strana euforia. Alle 4 faccio colazione mentre ‘’ pranzo ‘’ alle 8.40.

 Il mio volo per Riga è in ritardo , fantastico. Sul volo svengo dalla stanchezza , mi risveglio con la faccia piallata dal tavolino  ci metto 5 minuti per riprendermi , scopro che il ritardo è di un’ora . Arriviamo a Riga alle 15 , e la coincidenza per Vilnius parte alle 15,30 , per l’aeroporto corro come mai fatto prima .Per un pelo non perdevo l’aero, salgo su un aereo piccolissimo , una scatolina di tonno. Il volo lo passo guardando Friends . Arrivata a Vilnius alle 16.20 completamente distrutta, non so più che giorno sia . Arrivo all’ostello che fa abbastanza schifo nelle camere c’è l’erba finta sul pavimento mentre le pareti sono nere con scritte in gesso sbiadite , la pulizia lascia a desiderare , la maniglia della porta si stacca , i bagni sono minuscoli e le docce fanno pena , ma non sarebbe un’avventura sennò.  Mi faccio una doccia finalmente . La sera mi ‘’cucino’’ dei pomodori e delle gallette , dato che non sono riuscita a trovare il negozio che quello della reception mi ha indicato.

Vado a letto alle 9.30 distrutta , alle 4 del mattino l’inglese che dorme nel letto sopra il mio rientra ubriaco. Puzza di sigaretta e vomito , russa come un trattore.

TO BE CONTINUED

Brasov and homesickness

Post available in English and Italian

26.6.2018

I wake up feeling under the weather but I  want to go to Brasov . I walk to the station Gara Nord , without knowing departure schedule or what to do in Brasov. In my bag there are a pack of biscuits and tablets . I take the train at 8.10 am. It was hard to take the ticket , the  booking clerk was so rude . In 2 minutes my train leaves , I run  like the wind crossing the crowd .Finally I sit down feeling dizzy . I cuddle up in my  hoodie and my scarf  for two hours, having chills and admiring the landscape from the window  , full of trees and castles.I haven’t got a bottle of water to take a tablet but mainly to moisturize my flaming throat. I get off feeling like a junkie in abstinence, my legs are shaking , my head is exploding .The tunnel is creepy , the lights come and go, I’m walking supported by the wall and an old lady come closer screaming incomprehensible. She turns herself in a seagull squealing towards me  . Is it reality or not ?

I arrive to the centre of Brasov where I finally get a coffee and a bottle of water. I walk to the main square where I sit on a bench thinking that I will stay there for the all day . After 20 minutes I decide to go to the Brasov sign, the Brașov sign is easily spotted. Located at the top of mount Tâmpa, it can be viewed from all over the old town, and can be reached by a cable car which leaves from Casa Pădurarului at the base of the mountain. From here it is a short five-minute walk along a rough path to get right behind the giant letters. I spend two hours staring the town and walking around the mountain . I ‘m hungry but I can’t eat , so I decide to walk around the city , colorful and bohemienne . I see two little boys dirty selling lavender , they could be rom , I think .

I arrive to the station where I  argue with the booking clerk ,  after 10 minutes she understands that I need to take the train at 3.40 , so she says to go the binary where I can buy the ticket for Bucharest. The fever and the stress make me want to cry , but I’m strong and I can handle it .I walk to the binary and take an old train made of wood . If I thought Italy wasn’t organized , Romania beats it .

I miss Italy ,somehow, It’s the first time in 19 years that I miss that broken down , sloppy country. I listen to old italian songs , mainly <<Viva l’Italia>> by De Gregori to feel closer to my beloved and hated country.

From now on I didn’t take notes about my day , but I think I was sick and chatted with someone. WHO THE HELL KNOWS.

This is for everyone how feel home everywhere and nowhere ad the same time. Big Kiss from Iride .

Brasov e Nostalgia

26.6.2018

Mi sveglio la mattina con la febbre ma sono decisa ad andare a Brasov . Mi incammino verso la stazione la Gara del Nord , senza sapere nè a che ore ci sia un treno e nè dove sono. La febbre mi da alla febbre, nella borsa ho un pacchetto di biscotti e del paracetamolo. Prendo il treno delle 8.10 . E’ stata un’impresa prendere il biglietto , la bigliettaia era scortese . Tra 2 minuti parte il mio treno . Riesco a  prenderlo al volo . Finalmente mi siedo distrutta dopo una corsa tra le persone, ed aver scoperto che il posto era stato riservato. Passo il viaggio stando malissimo , due ore in cui mi rintano nella mia felpa e nella mia sciarpa . I brividi mi scuotono , è una sensazione onirica, il paesaggio mi affascina molto , castelli e palazzi in mezzo a colline piene di alberi (che penso siano conifere). Non ho acqua per prendere le medicine ma soprattutto per inumidire la gola infiammata. Scendo dal treno ,sembro una tossica in astinenza , tremo , le gambe non mi reggono ,la testa mi esplode . Il tunnel che collega il binario alla stazione è molto inquietante , le luci vanno e vengono, una vecchia mi si avvicina mentre cammino appoggiata al muro urlando strane parole . Si trasforma in un gabbiano che mi stride contro. Non so più cosa è realtà o no.

Riesco ad arrivare al centro di Brasov dove finalmente bevo un caffè ma soprattutto un bottiglia d’acqua fredda.Riesco a camminare verso la piazza principale di Brasov e mi siedo su una panchina pensando che avrei visto Brasov da li. Dopo una ventina di minuti mi riprendo e decido di incamminarmi verso il belvedere di Brasov dove si trova una scritta come quella di Hollywood . Prendo la seggiovia (Tampa) e arrivo su , mi incammino tra i boschi fino a che capisco di essermi persa . Torno indietro e trovo un bel luogo da dove si vede Brasov dall’alto, molto bella ma le persone scortesi e la febbre mi fanno ” odiare ” la Romania , razionalmente però riesco a riconoscere che comunque il paesaggio è molto interessante .

Dopo aver passato circa due ore la su , decido di scendere . Ho fame ma non riesco a ingoiare niente , la febbre sento che si sta alzando. Inizio a camminare senza meta per Brasov , carina e piena di colori .Vedo due ragazzini sporchi con dei mazzi di lavanda , la vendono , saranno dei rom , penso tra me e me . Riesco ad arrivare alla stazione dove litigo con la bigliettaia che mi diceva che l’unico treno disponibile era alle 5 ma sul tabellone era segnato uno alle 3 , lei dopo quasi 10 minuti di tensione mi dice di andare al binario dove comprerò il biglietto. Mi giro e mi dirigo verso il binaro , tra stress e febbre sto per scoppiare in lacrime . Se pensavo che l’Italia fosse disorganizzata , la Romania la batte.

Salgo su di un treno che dovrebbe andare a Bucharest , col capotreno non ci capiamo , mi sale l’ansia. Alla fine mi da un opuscolo in inglese dove riesco a capire che è il mi treno. Pago e vado a sedermi in uno scompartimento da 6 , fatto in legno , sembra di essere su un treno degli anni 60.Durante il viaggio mi sale la malinconia di casa , ascolto canzoni partigiane e << Viva l’Italia>> di De Gregori  per sentirmi più vicina al mio sgangherato paese che amo ed odio.

Da qui perdo le tracce della mia giornata. Probabilmente avrò parlato con qualcuno nella hall dell’Ostello. Chissà.

A voi avventurieri che vi sentite a casa dovunque e da nessuna parte . Un bacio da Iride.

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